Chi siamo?
Perla Donna ha come mission quella di considerare e trattare l’essere umano nel suo insieme, come persona. Non solo corpo, ma anche spirito e mente. Chi lavora con noi ha a cuore il completo benessere psicofisico dei suoi pazienti e per promuovere questo cerchiamo il più possibile di usare una medicina non aggressiva ma naturale. A partire dal rapporto con il paziente, quanto più possibile autentico, mai banale o superficiale. Ciò che siamo è la conseguenza dello stato di salute generale del nostro organismo che cerchiamo di rispettare, educando ad una sana alimentazione, suggerendo attività fisica, migliorando la qualità del sonno e facendo prevenzione.
Ci prendiamo cura dell’essere umano nel suo insieme attraverso un team di collaboratori che operano per il benessere complessivo della persona: quando abbiamo di fronte un paziente cerchiamo sempre di osservare non solo i singoli disturbi o malattie che può presentare.
Tale visione del paziente, distante da quella della medicina ufficiale, parcellizzata in specializzazioni, spesso efficace solo a livello sintomatico e quasi mai risolutiva, è possibile solo grazie ad un approccio umano ed empatico alla sofferenza e, nello stesso tempo, ad una terapia senza effetti collaterali dannosi, risolutiva, reintegrativa, che porti cioè il paziente a una guarigione completa, liberandolo dall’esigenza di curarsi a tempo indefinito.
Per questo tanti dei nostri specialisti, formatisi in medicina tradizionale, hanno poi arricchito le loro conoscenze anche con altre medicine alternative, come l’agopuntura, l’omeopatia e la fitoterapia.
Perché PerLa Donna?
Perché ogni donna è una perla: speciale, unica, irripetibile e preziosa. La perla è il simbolo della purezza e dell’amore che ogni donna custodisce.
Ma soprattutto è uno splendido segno della femminilità creatrice: quando l’ostrica viene ferita da un granellino di sabbia, lo serba dentro di sé, e pian piano, con pazienza, trasforma tutto il dolore di quella ferita in un frutto splendido, unico.
La perla è ciò che ogni donna ha in sé di prezioso, un dono da scoprire, custodire e crescere.
Gli antichi credevano che la perla nascesse da una goccia di rugiada caduta dal cielo, che si depositava dentro la conchiglia aperta nel periodo della fecondazione. […] La goccia di rugiada celeste rimaneva chiusa nello scrigno della conchiglia come nel grembo di una madre e ne nasceva la perla, che assumeva il colore del cielo che la goccia aveva registrato quando si era depositata. Gli antichi avevano una storia per tutto: una perla nera nasceva da una tempesta, più rara di quelle bianche, nate in giorni e ore luminosi. Questa è però una versione un po’ romantica…[…] In realtà quando un predatore entra nella conchiglia nel tentativo di divorarne il contenuto e non ci riesce, lascia dentro una parte di sé che ferisce e irrita la carne del mollusco, e l’ostrica si richiude e deve fare i conti con quel nemico, con l’estraneo. Allora il mollusco comincia a rilasciare attorno all’intruso strati di se stesso, come fossero lacrime: la madreperla. A cerchi concentrici costruisce in un periodo di quattro o cinque anni una perla dalle caratteristiche uniche e irripetibili. Ciò che dall’inizio serviva a liberare e difendere la conchiglia da quel che la irritava e distruggeva diventa ornamento, gioiello prezioso e inimitabile. Così è la bellezza: nasconde delle storie, spesso dolorose. Ma solo le storie rendono le cose interessanti.
A. D’Avenia, Cose che nessuno sa